Al Magistrato di Sorveglianza
di S. Maria C.V.
Al Presidente del Tribunale
di Sorveglianza di Napoli
CAMERA PENALE DI SANTA MARIA CAPUA VETERE
“ QUALE SORVEGLIANZA? ”
Nel particolare momento storico che caratterizza la situazione delle carceri italiani già oggetto di condanna da parte di Organismi Internazionali, primo tra tutti il costante monito della Corte Europea di Strasburgo che ha condannato il nostro Paese per la disumanità delle condizioni carcerarie e la visione di una pena ancorata esclusivamente ad una espiazione carceraria, degno di rilievo è lo sforzo istituzionale e normativo per l’avvio di un nuovo concetto di espiazione della pena legata ad effettivi criteri di rieducazione e reinserimento sociale anche attraverso un concreto accesso a misure alternative al carcere previste dall’Ordinamento Penitenziario.
Si ricorda il grido di allarme nel messaggio del Presidente della Repubblica alle Camere sulle condizioni carcerarie e l’immediato e proficuo impegno legislativo che ha portato a licenziare la c.d. LEGGE SVUOTA CARCERI ( Legge 21 febbraio 2014, n. 10 (Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 23 dicembre 2013, n. 146, recante misure urgenti in tema di tutela dei diritti fondamentali dei detenuti e di riduzione controllata della popolazione carceraria. (14G00022) (GU n.43 del 21-2-2014 – Vigente al: 22-2-2014 )
Tanto, è indubbia espressione di un consapevole e costante impegno, a vari livelli, verso un nuovo concetto di pena, e d’altro canto emblema di una maturata consapevolezza di quell’actio judicandi sempre più rilevante, costante e proficua nella valutazione e nella valorizzazione di benefici concedibili e di avvio a misure alternative alla detenzione carceraria.
Il corretto e normale funzionamento di un Ufficio di Sorveglianza rientra nei DIRITTI INDEFETTIBILI DEL DETENUTO, come singolo che come collettività, stante il sacrale disposto dell’ art.2 della nostra Carta Costituzionale.
Di contro a tale attuale scenario politico e normativo, la CAMERA PENALE DI SANTA MARIA CAPUA VETERE, non può che stigmatizzare il funzionamento rectius il mancato funzionamento, di un importante Ufficio di Sorveglianza come quello del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere .
SI È IN PRESENZA DI UNA SITUAZIONE DI STASI E DI PARALISI TOTALE, CHE PORTA COME UNICO EFFETTO QUELLO DI VEDER GIACERE CENTINAIA DI ISTANZE, AVANZATE DAI DETENUTI E DAI LORO DIFENSORI, SÌ DA VANIFICARE L’ESSENZA STESSA NON SOLTANTO DELL’ESERCIZIO DEL DIRITTO DI DIFESA MA L’ESSENZA STESSA DEL BENEFICIO O DELL’ACCESSO ALLA MISURA ALTERNATIVA RICHIESTA.
Lo spostamento degli Uffici della Sorveglianza presso la nuova sede, la mancanza di collegamenti telematici, l’apertura al pubblico ed ai difensori solo in pochi orari determinati, il sottodimensionamento del personale di cancelleria, l’inadeguato numero dei Magistrati, sono giustificazioni che pur tollerate da tempo non possono più protrarsi : occorre l’imperativo di affrontare la situazione di emergenza in cui versa attualmente il sistema carcerario, occorre avvertire le intollerabili condizioni di vita all’interno degli istituti penitenziari.
Pur considerando il disagio arrecato da una struttura ( uffici nuovi della Sorveglianza di S. Maria C.V. ) che allo stato è ancora “ in fieri”, come non valutare il sacrificio di ogni singolo detenuto che, in circostanze come queste di affanno del sistema, di certo si vede destinato ad un sempre maggior pregiudizio nascente dall’intero assetto operativo.
E’ codesta, una situazione che non può più essere sottaciuta, dimenticata o qualificata come emergenza, ma che, a contrario, deve essere portatrice di una volontà di maggior impegno e sacrificio personale, nel rispetto di diritti costituzionalmente garantiti.
Si insiste pertanto per un’azione valida, concreta e non meramente palliativa, trovando luogo, ad oggi, una evidente condizione di paralisi e di blocco dell’intero Ufficio di Sorveglianza ( di Santa Maria Capua Vetere).
In tal senso, la Camera Penale di Santa Maria Capua Vetere è ferma nell’invocare il maggior sacrificio possibile, un solidale impegno, non più procrastinabile, da parte di tutti gli operatori competenti, amministrativi e giudicanti; talchè ogni forma di collaborazione e di iniziativa possa essere potenziata a vantaggio di una maggior speditezza del sistema e un minor pregiudizio dei detenuti.
S. Maria C.V., 04.03.2014
Il Segretario Il Presidente
Avv. Raffaele Griffo Avv. Angelo Raucci